Prima del dicembre del 2010 il Qatar aveva un peso molto limitato nel mondo dello sport e quasi nullo in quello del calcio. Richard Thompson, editor del Middle East Economic Digest, a questo proposito ha dichiarato: «È molto improbabile che la Cina o qualsiasi altra nazione riuscirà ad aggiudicarsi la Coppa del Mondo del 2022, in quanto il Qatar ha stipulato un contratto con la FIFA e sospetto che le conseguenze legali per la rimozione del torneo possano essere molto gravi. Nonostante la Cina abbia rafforzato molto i suoi rapporti con la FIFA, soprattutto grazie alle corpose sponsorizzazioni di aziende cinesi (Dalian Wanda, Alibaba, Hisense e Vivo) che hanno aiutato l’organizzazione guidata da Infantino a superare lo scandalo del 2015, uno scenario in cui la Cina subentra al Qatar nell’organizzazione dei Mondiali del 2022 sembra ad oggi comunque improbabile. Ci sono state prima le diffidenze per i presunti episodi di corruzione per ottenere i Mondiali del 2022. Poi l’indignazione globale per le terribili condizioni di lavoro a cui sono sottoposti i lavoratori che si occupano della costruzione degli stadi che dovranno ospitare il Mondiale (le morti sul lavoro ammontano ormai ad oltre un migliaio secondo i rapporti di Amnesty International), nonché lo status di semi-schiavi a cui sono costretti per via della controversa legge della Kafala, che permette al datore di lavoro di requisire gli effetti personali e il passaporto dei suoi sottoposti (recentemente è stata abolita, ma solo formalmente, lasciando la questione praticamente inalterata).
Se ne parlava per brevi periodi, come per le gare del Motomondiale o per il torneo Open di Tennis (la cui prima edizione in Qatar, disputata nel 1993, è stata vinta da Boris Becker), giusto una settimana, poi quella indefinita regione petrolifera tornava ad essere dimenticata. La scorsa settimana, al Kings Abdullah Sports City per la partita fra l’Al Hilal e l’Al Ain, valida per i quarti di finale della Champions, ad un reporter della BeIn di nazionalità omanita è stato impedito di entrare allo stadio fino al fischio d’inizio, e parte della sua attrezzatura è stata requisita impedendogli di intervistare allenatori e calciatori al termine del match. La compagnia aerea è rimasta sulle maglie dei catalani fino al termine della scorsa stagione, maglie calcio 2025 per poi essere rimpiazzata dalla giapponese Rakuten per la cifra record da 60 milioni di euro all’anno. La squadra guidata dal tecnico brasiliano Evaristo de Macedo (ex giocatore di Barcellona e Real Madrid) arrivò contro ogni pronostico in finale (poi persa per 4-0 con la Germania) battendo Brasile e Inghilterra rispettivamente ai quarti di finale e in semifinale. Un’immagine di repertorio della nazionale qatariota Under 20, dopo la vittoria col Brasile. La nazionale qatariota fu l’autentica sorpresa di quella manifestazione, a cui giunse dopo aver conquistato il secondo posto all’AFC Youth Championship dell’anno prima alle spalle della Corea del Sud.
Secondo quanto espresso dalle due autorità, si è parlato dell’opportunità di ospitare l’edizione della Coppa del Mondo in Cina nel 2030, oppure, nel sempre più improbabile caso in cui la FIFA dovesse rimanere rigida sulle sue regole attuali, nel 2034, dato che, secondo le normative vigenti, una confederazione non può ospitare più di un’edizione dei Mondiali nell’arco di dodici anni (Qatar e Cina fanno entrambe parte della confederazione asiatica, la AFC). Secondo fonti non confermate, l’Iraq si sarebbe proposto di ospitare la Coppa del Golfo. Ma il PSG doveva avere ed effettivamente sta avendo anche una funzione nel miglioramento dell’immagine del Qatar nel mondo e nella promozione del turismo del piccolo stato del Golfo. Una sponsorizzazione gigantesca dalla duplice funzionalità: da una parte aumentare esponenzialmente il fatturato del club (cosa che comunque non gli ha permesso di evitare una sostanziosa multa nel 2014 da parte della UEFA per via del Financial Fair Play); dall’altra, per promuovere il Qatar come meta turistica in vista del Mondiale del 2022, e concorrere con Dubai e Abu Dhabi in questo settore, le due città degli Emirati Arabi Uniti che hanno egemonizzato il turismo in Medio Oriente. Lo shampoo è ormai un prodotto di uso comune, per il lavaggio dei capelli, che praticamente utilizzano tutti senza mai chiedersi una cosa importante: che cosa contiene?
Ma le preoccupazioni più gravi riguardano ovviamente i Mondiali del 2022. Nonostante la FIFA abbia cercato di gettare acqua sul fuoco (Infantino, per esempio, ha dichiarato a Le Matin Dimanche: «Stiamo affrontando una crisi diplomatica, la Fifa è costantemente in contatto con le massime autorità del Qatar e siamo fiduciosi del fatto che la situazione tornerà alla normalità»), il blocco diplomatico ha dato il pretesto ad altre federazioni concorrenti, come quella inglese e quella tedesca, di risollevare la questione dell’assegnazione dei Mondiali del 2022. Reinhard Grindel, presidente della Federazione tedesca ha dichiarato: «Una cosa è assolutamente certa: la comunità calcistica deve convenire che non si può giocare grandi tornei in paesi che sostengono attivamente il terrorismo». L’isolamento non è solamente politico, infatti, dato che i paesi in questione hanno imposto a Doha anche un blocco aereo e navale, nonché diverse sanzioni finanziarie. Infatti, uno dei problemi soliti, che poi richiedono una riparazione tapparelle, è quella che riguarda espressamente i pomelli.
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